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R.d.Congo: nuova escalation di violenze nel nord e sud del Kivu
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La violenza continua a colpire le regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo (RDC) e i civili continuano ad essere le vittime principali: lo riporta un comunicato diffuso nei giorni scorsi da Medici Senza Frontiere. Mentre l’anno scorso era la provincia del Nord Kivu a essere particolarmente colpita dagli scontri tra le forze armate congolesi (FARDC), i ribelli del CNDP (Congrès national pour la Defense du Peuple) e altri gruppi armati, ora i combattimenti si svolgono sia nel Nord che nel Sud Kivu. L’operazione militare lanciata nel gennaio scorso dalle forze armate congolesi (FARDC) per colpire i ribelli Hutu del FDLR (Forces Dèmocratiques de Liberation du Rwanda) nel Nord Kivu è stata estesa, lo scorso mese, alle zone meridionali del Kivu.
"Stiamo affrontando una nuova ondata di violenza", spiega Romain Gitenet, capo missione di MSF a Goma. "Quando gli attacchi raggiungono zone vicine ai villaggi o ai campi, le persone scappano nella foresta. Per esempio la settimana scorsa, la popolazione di Bikenge, nel distretto di Walikale, ha abbandonato il villaggio ed è rimasta alcuni giorni nella foresta, vivendo in condizioni terribili". Per raggiungere i civili che vivono in queste insicure zone rurali, MSF utilizza cliniche mobili e fornisce supporto alle strutture sanitarie sia nel Nord sia nel Sud Kivu. Nella prima metà dell’anno le equipe di MSF hanno svolto circa 290mila consultazioni mediche e hanno curato i pazienti colpiti dal colera.
I civili subiscono attacchi continui dalle parti in conflitto. I villaggi sospettati di essere a favore di una o dell’altra delle fazioni vengono presi di mira e spesso sistematicamente distrutti. Inoltre, le vittime subiscono estorsioni e vengono derubate del cibo e dei propri beni personali presenti nelle propri abitazioni o nei rifugi all’interno dei campi per sfollati. Alcuni vengono obbligati da uomini armati a trasportare i propri averi. Gli abusi sessuali rappresentano un’altra forma di violenza estremamente frequente, perpetrata sia nei confronti delle donne che degli uomini. Solo nella prima metà del 2009, gli operatori di MSF hanno assistito 2.800 vittime di violenza sessuale.
Intanto, l'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati - Unhcr riporta che anche la situazione umanitaria nel nord-est della R.D,Congo continua ad essere drammatica. Un numero crescente di attacchi sferrati dal gruppo di ribelli ugandesi, meglio noto come Lord’s Resistance Army (LRA), nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha costretto, lo scorso mese, circa 12.500 civili congolesi ad abbandonare le proprie case. Gli attacchi hanno avuto luogo nella Provincia Orientale, nel nord est del Paese centroafricano. A luglio, l’LRA ha lanciato 55 attacchi senza precedenti contro i civili nella regione di Faradje, circa 100 km ad ovest dal confine con il Sudan meridionale e l’Uganda. Sono stati presi di mira villaggi del distretto di Dungu nel territorio di Haut-Uele. In alcune regioni, nel mese di maggio si sono registrati ben 23 attacchi da parte dell’LRA e altri 34 nel mese successivo.
La maggior parte degli sfollati interni non può tornare alle proprie case a causa delle continue aggressioni e si ritrova a dormire in edifici pubblici, quali scuole e chiese. Alcuni di loro sono riusciti a trovare rifugio presso amici e parenti o famiglie ospitanti che volentieri condividono le loro esigue risorse. Secondo i partner locali dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), le forniture mediche regolari scarseggiano, gli ospedali necessitano persino delle attrezzature di base e si registra una mancanza cronica di acqua potabile. Dal settembre del 2007 l’LRA ha ucciso 1.273 persone e rapito 655 bambini e 1.427 adulti. Secondo le testimonianze degli sfollati interni, molte donne sarebbero state violentate dai ribelli e le loro case depredate e date alle fiamme. Secondo le stime delle Nazioni Unite, più di 226.000 persone sono state costrette ad abbandonare il territorio di Haut-Uele e altre 42.000 il Bas-Uele. [GB]